SIGARETTE ELETTRONICHE:
ECCO LA CRONISTORIA DI COME DISTRUGGERE UN SETTORE
CAMBIANO I GOVERNI...
MA LE LOBBIES DEL TABACCO CONVINCONO TUTTI, SEMPRE!
2012
UN SETTORE IN FORTE ASCESA
È boom per la sigaretta elettronica
È stato più volte dimostrato, dal punto di vista scientifico, che le cosiddette “sigarette elettroniche”, più propriamente “vaporizzatori personali”, rappresentano un valido ed efficace strumento per sconfiggere la dipendenza da fumo di tabacco. Recenti studi internazionali ne confermano la totale innocuità anche per i soggetti terzi, verificando che il cosiddetto “vapore passivo”, residuo espirato dal soggetto utilizzatore, non contiene alcun tipo di sostanza tossica o nociva anche in ambienti molto ristretti.
“Nella sigaretta elettronica – spiega il prof. Umberto Veronesi, oncologo di fama internazionale – il tabacco è sostituito da glicole propilenico, non nocivo, da glicerina vegetale, innocua, da aromi e, nella maggioranza dei casi, nicotina: mantenerne piccole dosi può infatti servire per evitare la crisi di astinenza nel forte fumatore e impedire che ritorni il tabacco. Dunque, la sigaretta elettronica appare come una forma intelligente di riduzione dei danni da tabagismo perché simula il fumo, ma non contiene tabacco: i fumatori trovano il piacere gestuale, senza correre rischi letali per la salute”.
Il settore coinvolge 5.000 operatori, per lo più giovani. Si contano, inoltre, 3.500 negozi in tutta Italia e la filiera chiude con un fatturato stimato di 300 mln di euro. Non esistono norme tecniche che disciplinino gli aspetti attinenti le caratteristiche del prodotto, né disposizioni inerenti la produzione, la distribuzione e la vendita al dettaglio.
2013
IL GOVERNO INTERVIENE SUL SETTORE
“A GAMBA TESA”
Il Ministero della Salute riferisce, in occasione della “Giornata mondiale senza tabacco 2013”, che il 91,2% degli italiani conosce la sigaretta elettronica e il 10,1% intende provarla. Utilizza la e-cig regolarmente (mediamente 9 volte al giorno) l’1,0% degli italiani, equivalente a circa 500 mila persone; il 3,2% la usa occasionalmente.
Ma prima delle vacanze estive, il 28 giugno 2013, il Governo detta disposizioni fiscali inerenti i prodotti succedanei dei prodotti da fumo. In particolare, sancisce che dal 1° gennaio 2014 i prodotti contenenti nicotina o altre sostanze idonei a sostituire il consumo dei tabacchi lavorati, nonché i dispostivi meccanici ed elettronici, comprese le parti di ricambio, che ne consentono il consumo, sono assoggettati ad imposta di consumo nella misura pari al 58,5 per cento del prezzo di vendita al pubblico. Sempre dalla stessa data, la commercializzazione dei prodotti di cui sopra è assoggettata alla preventiva autorizzazione da parte dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli.
Le conseguenze dell’annunciato provvedimento si ripercuotono pesantemente sul settore, con la chiusura, a fine 2013, del 35/40% degli esercizi commerciali ed i conseguenti licenziamenti (si stimano 2.400 posti di lavoro persi) ed i mancati introiti di IVA, Irpef, Inps, ecc.
Su ricorso presentato da alcune società produttrici e distributrici di “sigarette elettroniche” cui ha aderito, ad adiuvandum, la FIESEL-Confesercenti, il TAR smonta pezzo per pezzo il decreto colabrodo emanato sei mesi prima e rinvia il tutto alla Corte Costituzionale, rimettendo alla stessa Corte, la legittimità delle norme istitutive dell’imposta di consumo sui predetti prodotti.
UN PROVVEDIMENTO CHE ACCUSA E CONDANNA LE SCELTE DI GOVERNO
A fronte di una previsione del legislatore, per l’anno 2014, di introiti pari a 117 mln su un fatturato della filiera stimato pari a 200mln di euro, i dati che si registrano sono:
Entrate per lo Stato = 0, Esercizi = - 60%, Fatturato del settore = – 80%
Ancora una volta, sempre prima delle vacanze estive, anziché prendere atto di una situazione insostenibile…il Governo Renzi rilancia.
Ed invece di preoccuparsi, come delineato nella Nuova direttiva Tabacco Europea,
•
di monitorare l’andamento del mercato relativamente alle sigarette elettroniche e ai contenitori di liquido di ricarica, tra cui eventuali elementi di prova che il loro uso costituisca un passaggio verso la dipendenza dalla nicotina e, in ultima istanza, il consumo di tabacco tradizionale tra i giovani e i non fumatori;
•
di disporre che i fabbricanti, gli importatori e i distributori di sigarette elettroniche e contenitori di liquido di ricarica istituiscano e mantengano un sistema di raccolta delle informazioni su tutti i presunti effetti nocivi di tali prodotti sulla salute umana;
il Governo ha come unico vero obiettivo quello di rendere le sigarette elettroniche più costose delle tradizionali salvaguardando così il mercato del tabacco.
Il CDM, convocato per giovedì 10 luglio, è chiamato ad approvare una norma che ha dell’incredibile:
“I prodotti da fumo senza combustione (ovvero le sigarette elettroniche) costituiti da sostanze diverse dal tabacco sono assoggettati ad un’imposta di consumo pari al 60% dell’accisa gravante sull’equivalente quantitativo di sigarette…..L’equivalenza è determinata sulla base di apposite procedure tecniche……..in ragione del tempo necessario per il consumo in condizioni di aspirazione conformi a quelle utilizzate per l’analisi dei contenuti delle sigarette”
A questo punto, perché non apporre sui pacchetti di sigarette elettroniche la scritta: “NUOCE GRAVEMENTE ALLA SALUTE DEI MONOPOLI”, dal momento che l’unico danno dimostrabile é quello alla vendita delle sigarette tradizionali? Ma la salute degli italiani ha ancora un valore?
Ma Renzi non invoca semplificazione e trasparenza?
2014
si è riunito il CDM il 10/07/2014?. chi ha divulgato la storia del 480%? avete idea quanto faccia male al settore tale divulgazione basata sul sentito dire e non su prove di fatto?
RispondiElimina