giovedì 8 agosto 2013

Interventi in aula di alcuni Deputati contro la tassa sulle sigarette elettroniche




MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, anche questo emendamento della Lega è mirato ad andare ad eliminare questo aggravio pesantissimo che il Governo mette sulle spalle di questo nuovo commercio delle cosiddette sigarette elettroniche. Voglio ricordare, senza ripetere quanto hanno detto i colleghi per quanto riguarda le dipendenze, che questo rappresenta anche un mercato che ha permesso, anche a persone che si sono trovate in crisi occupazionale, di potersi reimpiegare, aprire una piccola attività e poter mantenere se stessi e la propria famiglia con questo nuovo tipo di professionalità.
  Il Governo cosa ha deciso di fare in un provvedimento che si chiama decreto per l'occupazione ? Di andare a penalizzare proprio questa gente. Non si tratta di milionari che aprono il negozio ma, in moltissimi casi, sono persone che hanno deciso di reinventarsi in questa nuova attività, attività che gli ha permesso di andare avanti. Sembra veramente fuori luogo andare a colpire in modo così forte l'unico o, per lo meno, uno dei pochissimi mercati che, ancora adesso, reggeva e riusciva a garantire un reddito a chi vi operava.
  Io capisco che il Governo debba sempre andare alla ricerca di coperture, però, credo che le coperture bisogna andare ad individuarle nel taglio degli sprechi e non nell'appesantimento con nuove tasse per i cittadini.


 MASSIMO ENRICO CORSARO. Signor Presidente, questa è la seconda puntata dell'argomento che ho affrontato in precedenza, ovvero è la seconda modalità con la quale il Governo truffa la buona fede dei cittadini, cercando di individuare l'alternativa ad una tassa, applicandogli un'imposta. Il problema, però, signor Presidente, è che qui c’è in più l'aggiunta dell'immoralità, e io la invito ad aiutarmi, ad aiutarci, signor Presidente, ad individuare personalmente e fisicamente il redattore e l'ideatore di questo provvedimento e di questa norma, perché l'unica forma di autodifesa verso la quale potremmo indirizzarci è la richiesta al signor sindaco di un trattamento sanitario obbligatorio.
  Qui stiamo parlando veramente di una cosa che ha del paradossale: sono anni che la comunità internazionale lavora ed opera per il contenimento della diffusione del fumo e del tabacco. Sono anni che ci sono percorsi di penalizzazione, obblighi alle aziende che producono le sigarette di indicare quanto nuoccia alla salute l'utilizzo del loro prodotto sulle confezioni. Io non so, signor Presidente, quale sia il suo interesse sportivo, ma, mutuando dal mio, ricordo che, fino a pochi anni fa, la livrea di tutte – dico tutte – le automobili di Formula 1, con la sola esclusione della Ferrari, era l'esatta riproduzione di un pacchetto di sigarette. La comunità internazionale decise addirittura di andare ad intervenire sulla Federazione internazionale dell'automobilismo (FIA) per impedire la vestizione delle automobili di Formula 1 a simiglianza dei pacchetti di sigarette.
  Ora, in uno scenario di questo genere, con la comunità mondiale che opera per il contenimento del vizio, in Italia, da qualche anno a questa parte, abbiamo fortunatamente dei dati in controtendenza, che ci dicono che la popolazione fuma di meno e che, soprattutto, i giovani fumano di meno. Una comunità, al di là delle valutazioni soggettive e personali, come coscienza pubblica, dovrebbe bearsi di un risultato del genere, dovrebbe agevolare il proseguimento di questo percorso. Noi, invece, cosa facciamo ?
  Noi individuiamo una strategia alternativa secondo la quale molti italiani, non so se con effetto positivo o no, non lo sa nessuno, non è questo in discussione, cercano anch'essi di smettere di fumare e noi non gli diciamo: guarda che ti aiuto a smettere di fumare, ma ti penalizzo e ti metto una gabella suppletiva penalizzante perché, siccome tu stai perdendo un vizio rispetto al quale quando vado a fare la mia partecipazione pubblica nei contesti internazionali della sanità dico anch'io che devi smettere di fumare, ma nella realtà mi fai venire meno un gettito di imposta, perché di questo stiamo parlando, siccome il monopolio dei tabacchi in Italia incassa di meno di quello che incassava una volta, stiamo mettendo questa porcata, qui sì che ci vuole il termine, signor Presidente, stiamo mettendo questa porcata, facendo finta di credere che sostituiamo l'imposta che è applicata sui tabacchi, semplicemente perché i tabacchi appartengono ai monopoli dello Stato e quindi la giustificazione di quell'imposta sta nel fatto che chi compra un pacchetto di sigarette compra un bene dello Stato, dicendogli improvvisamente che adesso dovrà pagare una batteria elettronica in sostituzione della tassa sull'acquisto del monopolio del tabacco che è stata messa, non solo, voglio sperare, per incrementare le casse dello Stato, ma per disincentivare, già in epoca lontana, l'accesso al fumo da parte dei cittadini, e soprattutto dei giovani. Complimenti, tra tutte le porcate a cui ci avete fatto assistere, questa è veramente la prima norma di cui vi dovete davvero vergognare.



 FABIO LAVAGNO. Signor Presidente, una delle novità che abbiamo contestato in misura maggiore all'interno di questo decreto-legge, è la tassazione a partire dal 1o gennaio 2014 dei prodotti succedanei dei tabacchi.
  Si tratta di qualcosa di abbastanza strano, e che ha bisogno di esercitare prima di tutto la logica perché, con questo provvedimento, e, quindi, con le norme che con questo emendamento vorremmo sopprimere, si vanno a mettere sotto monopolio varie parti che non hanno attinenza con il tabacco o suoi derivati, ma hanno attinenza con parti meccaniche o elettroniche. In buona sostanza, questo decreto-legge mette sotto monopolio batterie elettroniche.
  E, poi, sempre per proseguire rispetto alla logica, ci sarebbe il fatto che su questa materia non esiste una normativa generale che la norma; invece si interviene su una norma fiscale che tende a fare cassa per una cifra di 117 milioni di euro, quando mancano le stime generali di questo mercato, che si attesta sì e no sui 150 milioni di euro. Per logica questi emendamenti andrebbero votati perché è molto probabile che la copertura indicata molto verosimilmente non venga, se i dati sono reali e validi, raggiunta per il prossimo anno. Oltre a considerare il fatto che, se non è attestato il beneficio o la negatività per la salute, quantomeno riduce la negatività nei confronti di una dipendenza, quella da tabagismo, e senz'altro i costi diretti e indiretti rispetto al Servizio sanitario nazionale e rispetto a questa dipendenza, tutto ciò dovrebbe deporre favorevolmente rispetto alla non introduzione di questa tassazione così alta per questo tipo di prodotti.
  Da ultimo, la copertura di questo e del successivo emendamento che noi proponiamo, in particolare di questo, va a incidere su un'altra dipendenza che è quella da gioco o da gioco d'azzardo. Quindi, vi proponiamo di non introdurre, a partire dal 2014, questa accisa del 58,5 per cento sui prodotti succedanei del tabacco, ma di aumentare il prelievo erariale unico.



 MARA MUCCI. Noi, soprattutto in Commissione attività produttive, vorremmo cercare di tutelare la piccola e media impresa, perché è di questo che stiamo parlando. In genere, la vendita delle sigarette elettroniche ha un mercato che sta funzionando. Tra negozi e produzione, nel 2012 ha creato ben 4 mila posti di lavoro circa: si parla di 3 mila esercizi commerciali, e in particolare si parla di giovani comunque sotto i trent'anni o intorno ai trent'anni. Noi siamo quindi preoccupati che queste misure possano recare danno ad un settore che è in crescita, perché oltre all'applicazione di un'imposta del 58,5 per cento, la commercializzazione dei prodotti in oggetto viene assoggettata anche alla preventiva autorizzazione da parte dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli: alla stregua quindi della gestione dei depositi fiscali di tabacchi lavorati.
  Impegniamo quindi il Governo a valutare seriamente l'opportunità di assumere immediate iniziative normative, che tutelino investimenti già fatti da parte delle imprese che sono nate fino ad oggi in questi ambiti, e tutelare quindi anche il personale dipendente ivi occupato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).







Nessun commento:

Posta un commento