I seguenti Ordini del Giorno approvati come "raccomandazione" dal Governo sono un barlume di speranza che "forse" qualcuno si renda conto della necessità di rimettere mano al più presto, con dei provvedimenti "costruttivi" e non "distruttivi", a questo delicato problema.
Al momento la "MIOPIA" del Governo porterebbe soltanto effetti negativi immediati e futuri.
In estrema sintesi si avrebbe nell'immediato la perdita di migliaia posti di lavoro e minori entrate per l'erario, e nel futuro maggiori spese per la Sanità Pubblica.
Di seguito gli Ordini del Giorno approvati:
Atto Camera
Ordine del Giorno
9/01458/022
presentato da
ABRIGNANI Ignazio
testo di
Mercoledì 7 agosto
2013, seduta n. 67
La Camera,
premesso che:
l'articolo 11, commi 22 e 23 del decreto-legge in esame, prevede norme in materia di sigarette elettroniche, in particolare Il comma 22 assoggetta, a decorrere dal 1o gennaio 2014, i prodotti succedanei dei tabacchi lavorati nonché i dispositivi meccanici ed elettronici, comprese le parti di ricambio, che ne consentono il consumo (cosiddette sigarette elettroniche) ad un'imposta di consumo del 58,5 per cento. La commercializzazione di tali prodotti viene sottoposta alla preventiva autorizzazione da parte dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli;
il comma 23 dell'articolo in esame, mediante l'aggiunta di un comma 10-bis all'articolo 51 della legge 16 gennaio 2003, n. 3, stabilisce, in primo luogo – per effetto di una modifica approvata al Senato – che ai prodotti succedanei dei prodotti da fumo si applichino le disposizioni vigenti per i tabacchi lavorati in tema di divieto pubblicitario e promozionale, nonché di tutela della salute dei non fumatori,
impegna il Governo:
a valutare l'opportunità di adottare una normativa complessiva la quale prevede anche una tassazione equa e bilanciata tenendo in considerazione che un'imposta troppo elevate ed un versamento anticipato della stessa metterebbe fuori mercato tale prodotto causando la chiusura di migliaia di punti vendita e la perdita di altrettanti posti di lavoro;
a mantenete un sistema di vendita libero, evitando la monopolizzazione del prodotto;
a regolamentare gli aspetti pubblicitari della sigaretta elettronica limitandone la trasmissione durante le fasce protette ed informando il consumatore della eventuale presenza di nicotina e del relativo impatto sulla salute;
a regolamentare i divieti nei luoghi pubblici, permettendone comunque l'utilizzo presso i rivenditori in considerazione del fatto che tali prodotti vanno testati dal consumatore che si appresta ad acquistarli.
9/1458/22. (Testo modificato nel corso della seduta) Abrignani.
Atto Camera
Ordine del Giorno 9/01458/030
presentato da
PORTAS Giacomo Antonio
testo di
Mercoledì 7 agosto 2013, seduta n. 67
La Camera,
premesso che:
l'articolo 11, commi 22 e 23, del provvedimento in esame, contiene alcune disposizioni relative ai prodotti succedanei dei tabacchi lavorati e ai dispositivi meccanici ed elettronici, comprese le parti di ricambio, che ne consentono il consumo (le cosiddette sigarette elettroniche);
si sottopone la commercializzazione dei suddetti prodotti alla preventiva autorizzazione da parte dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli, demandando a un decreto del Ministero dell'economia e delle finanze il compito di definire le norme applicabili alla distribuzione e vendita, in analogia, per quanto applicabili, a quelle vigenti per i tabacchi lavorati;
la norma più rilevante riguarda l'introduzione di un'imposta di consumo del 58,5 per cento del prezzo di vendita al pubblico;
tale ultima disposizione – che la relazione tecnica del Governo afferma essere «finalizzata alta salvaguardia delle entrate erariali derivanti dal consumo dei tabacchi lavorati, in particolare delle sigarette, le quali subiscono l'effetto sostituivo del consumo, in notevole espansione, di detti succedanei» appare fortemente pregiudizievole per i tanti piccoli imprenditori che, pur in un contesto economico fortemente negativo, hanno impegnato energia e risorse al fine di intraprendere un'attività;
la legittima esigenza di reperire risorse per l'erario non può essere soddisfatta incidendo in maniera onerosa sul settore del commercio; l'attuale congiuntura – caratterizzata da una fase recessiva di eccezionale durata – dovrebbe suggerire interventi di supporto atta piccola imprenditoria e non misure che rischiano di danneggiare in modo irreversibile alcuni specifici settori,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità – al fine di tutelare i livelli occupazionali determinati dal settore del commercio delle cosiddette sigarette elettroniche – di rivedere la disposizione che eleva al 58,5 per cento l'imposta di consumo del prezzo di vendita al pubblico.
9/1458/30. Portas, Boccuzzi.
Atto Camera
Ordine del Giorno 9/01458/065
presentato da
PRODANI Aris
testo di
Mercoledì 7 agosto 2013, seduta n. 67
La Camera,
premesso che:
l'articolo 11 comma 22 dei decreto-legge 28 giugno 2013, n. 76, recante primi interventi urgenti per la promozione dell'occupazione, in particolare giovanile, della coesione sociale, nonché in materia di Imposta sul valore aggiunto (IVA) e altre misure finanziarie urgenti dispone l'applicazione di un'imposta al 58,5 per cento sui prodotti succedanei dei tabacchi lavorati nonché i dispositivi meccanici ed elettronici, comprese le parti di ricambio, che ne consentono il consumo (c.d. sigarette elettroniche);
la vendita delle sigarette elettroniche è un mercato con cifre da record: nel 2012, tra negozi e produzione, ha creato 4000 posti di lavoro con un'età media degli addetti di 30 anni e un fatturato pari a 350 milioni di euro nel 2012; 4000 sono i punti vendita stimati entro la fine del 2013, con stime previste di 500 milioni di euro entro la fine dell'anno;
tale provvedimento inciderà profondamente sui livelli occupazionali di aziende che avevano strutturato l'iniziativa imprenditoriale non potendo tener conto dell'introduzione di nuove misure normative e fiscali a così alta incidenza;
tale provvedimento, assoggettando la commercializzazione dei prodotti in oggetto alla preventiva autorizzazione da parte dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli nei confronti di soggetti che siano in possesso dei medesimi requisiti stabiliti per la gestione dei depositi fiscali di tabacchi lavorati, ne stravolge la natura originaria,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di assumere immediate iniziative normative volte a tutelare gli investimenti delle imprese dei settore e del personale dipendente ivi occupato.
9/1458/65. Prodani, Mucci.
Atto Camera
Ordine del Giorno 9/01458/074
presentato da
LAVAGNO Fabio
testo di
Mercoledì 7 agosto 2013, seduta n. 67
La Camera,
in sede di esame del disegno di legge di conversione in legge del decreto-legge 28 giugno 2013, n. 76, recante primi interventi urgenti per la promozione dell'occupazione, in particolare giovanile, della coesione sociale, nonché in materia di Imposta sul valore aggiunto (IVA) e altre misure finanziarie urgenti;
premesso che:
l'articolo 11 del provvedimento in esame assoggetta, a decorrere dal 1o gennaio 2014, ad un'imposta di consumo del 58,5 per cento i prodotti succedanei dei tabacchi lavorati nonché i dispositivi meccanici ed elettronici, comprese le parti di ricambio, che ne consentono il consumo (c.d. sigarette elettroniche);
la commercializzazione di tali prodotti viene assoggettata alla preventiva autorizzazione da parte dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli, rimandando ad un successivo decreto per l'individuazione delle modalità di presentazione della relativa istanza, delle procedure per la variazione dei prezzi di vendita al pubblico, delle modalità di tenuta dei registri e documenti contabili, di liquidazione e versamento dell'imposta di consumo;
l'articolo 11 incarica, inoltre, il Ministero della salute del monitoraggio sugli effetti dei prodotti succedanei dei prodotti da fumo, al fine di promuovere le necessarie iniziative anche normative a tutela della salute;
la Relazione tecnica specifica che la disposizione è finalizzata a sottoporre all'accisa i prodotti succedanei dei tabacchi lavorati, tra i quali le cosiddette sigarette elettroniche, In particolare, viene stimato un valore complessivo del mercato delle sigarette elettroniche pari a circa 200 milioni di euro annui, al quale corrisponde, in base all'aliquota del 58,5 per cento disposta dalla norma, un maggior gettito di 117 mln a decorrere dal 1o gennaio 2014;
di contro, la relazione illustrativa afferma che, in mancanza di dati e rilevazioni ufficiali in ordine al mercato delle cosiddette sigarette elettroniche, si stima in base a valutazioni di natura induttiva e, a condizione che si consolidi il target dei potenziali acquirenti, che il valore attuale del comparto si aggiri sui 150 mln;
al riguardo, si osserva che la relazione illustrativa contiene alcuni dati ed informazioni che non sono stati ripresi nella Relazione Tecnica. In relazione alla stessa, inoltre, non è stata fornita la fonte dei dati riportati, né si è chiarito in base a quali parametri, ovvero trend osservati, si sia giunti ad ipotizzare un mercato del settore di 200 mln di euro a partire dal 2014;
non sembra inoltre che si sia tenuto conto di possibili effetti disincentivanti in relazione alle ricadute sul prezzo derivanti all'imposta introdotta;
considerato che, indipendentemente dalla contrarietà che si dovrebbe dimostrare nel tassare le sigarette elettroniche, anche e solo per i costi indiretti che lo Stato potrebbe in seguito non essere più costretto a sopportare in termini di spese sanitarie, si rileva altresì che, non essendo attualmente disponibili dati e rilievi ufficiali in ordine al mercato delle sigarette elettroniche, il gettito derivante da tale tassazione potrebbe risultare di gran lunga inferiore a quello atteso;
ad avviso dei firmatari del presente atto di indirizzo appare quanto mai criticabile che una norma siffatta venga utilizzata come strumento di compensatività finanziaria di disposizioni che recano urgenti per la promozione dell'occupazione, in particolare giovanile, della coesione sociale;
inoltre, al momento non vi è alcuna giustificazione per introdurre forme di tassazione specifiche sulla sigaretta elettronica. Al massimo si potrebbe ipotizzare una forma di tassazione delle fiale contenenti nicotina, e proporzionale alla concentrazione della stessa;
le sigarette elettroniche sono, infatti, normali prodotti commerciali per i quali, al momento, non sono noti «costi sociali» accertati rilevanti;
si rileva, inoltre, che la rapida diffusione delle sigarette elettroniche è stata accompagnata dalla nascita di numerose imprese operanti sul territorio nazionale che operano su un mercato ampio e diffuso, capace di creare nuova occupazione e, soprattutto, basato in parte sulla produzione nazionale avendo riguardo ai liquidi ivi contenuti,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità, in attesa di evidenze conclusive oggettive, di valutare gli effetti applicativi della norma citata in premessa al fine di adottare già con il prossimo provvedimento di natura economica, adeguate iniziative, anche normative, volte ad introdurre una forma di tassazione per le sigarette elettroniche molto più moderata di quella prevista dal provvedimento in esame, tenendo conto degli investimenti già effettuati da parte degli esercenti dei nuovi negozi di sigarette elettroniche, evitando così che un improvviso intervento da parte del potere pubblico mandi in disgrazia questi nuovi esercizi commerciali.
9/1458/74. (Testo modificato nel corso della seduta) Lavagno, Paglia, Ragosta, Di Salvo, Airaudo,Lacquaniti
Atto Camera
Ordine del Giorno 9/01458/086
presentato da
ZANETTI Enrico
testo di
Mercoledì 7 agosto 2013, seduta n. 67
La Camera,
premesso che:
è scientificamente provato che il fumo di sigaretta tradizionale è cancerogeno inoltre, a differenza dell'utilizzo di tabacco da fumo, il procedimento fisico col quale avviene la somministrazione del liquido contenente nicotina attraverso la sigaretta elettronica non è combustione, bensì vaporizzazione che a differenza della combustione, non genera sostanze cancerogene;
il 10,7 per cento degli utenti di sigaretta elettronica (che in totale sono stimati in 2.5 milioni) hanno totalmente smesso di fumare, con un miglioramento della salute pubblica ed un calo dei costi di cura per malattie derivanti dal fumo fino ad euro 227.375.000 all'anno, come da dati risultanti dall'Istituto Superiore di Sanità;
il comma 22 dell'articolo 11 del decreto-legge assoggetta, a decorrere dal 1o gennaio 2014, i prodotti succedanei dei tabacchi lavorati nonché i dispositivi meccanici ed elettronici, comprese le parti di ricambio, che ne consentono il consumo (cosiddette sigarette elettroniche) ad un'imposta di consumo del 58,5 per cento, facendo rientrare sotto il regime di monopolio statale la commercializzazione di tali prodotti;
il mercato delle sigarette elettroniche e dei liquidi contenenti nicotina da esse vaporizzato, che, ad oggi, conta un fatturato di produzione di liquidi medio di euro 106 milioni, un fatturato di distribuzione di liquidi e sigarette elettroniche medio di euro 321,135 milioni, con 3.700 – 4.700 distributori per un totale stimato di 4.050 – 6.400 lavoratori;
oltre ad una prevedibile contrazione del gettito erariale IRPEF – IRES – IVA, con l'introduzione del regime monopolistico si stima la perdita di centinaia di posti di lavoro, la chiusura di 2.700 – 3.200 società di distribuzione e la delocalizzazione della produzione all'estero,
impegna il Governo
a considerare l'opportunità, al fine di garantire un gettito erariale in attivo e salvaguardare posti di lavoro ed un settore dell'economia in crescita, di verificare l'applicabilità delle maggiori accise esclusivamente sui liquidi utilizzati e non anche sugli gli strumenti atti alla loro vaporizzazione.
9/1458/86. Zanetti, Galgano.
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